Recensione

Un gentiluomo imperfetto è un romance ambientato nella Roma di fine ottocento. Il suo protagonista principale è Gabriele Saccocci, un libertino impenitente che usa sollazzarsi con le belle dame di sangue blu, anche con quelle maritate. Un giorno però, l’incontro con Giuditta, una fotografa tutto pepe, indipendente e repubblicana, cambia per sempre la sua vita. Si innamora di lei al primo sguardo e decide di cercare la ragazza, di cui non conosceva l’identità, per tutta Roma. La trova nel quartiere ebreo, la ragazza ha infatti origini semitiche, e gestisce con sua nonna una libreria antiquaria.
Galeotto fu lo scrivano della piazza, un vecchietto arguto e furbetto, attraverso cui Gabriele gli fa recapitare una lettera in cui decanta tutto il suo amore per la bella fanciulla. I due giovani si fidanzano ufficialmente e la nonna di Giuditta, sua unica parente, accetta il giovane a patto che rispetti sua nipote fino al giorno del matrimonio. Gabriele accetta, intanto però, confessato al nonno, fedele cristiano e antisemita, i sentimenti per la fanciulla ebrea, lo caccia di casa. Gabriele va a vivere provvisoriamente dall’amico Virgilio, giornalista di stampo liberale che instrada Gabriele alla carriera di giornalista, tanto che, dopo qualche tempo, inizia a lavorare per il giornale L’Avanti. Intanto, la popolazione romana è in delirio a causa della fame e della povertà, dunque, durante un giro in carrozza del Re, in occasione di un evento sportivo nella capitale, un povero disgraziato attenta alla vita del sovrano armato di coltello, subito fermato dalle guardie. Inizia dunque una caccia all’uomo e ai traditori della corona, e, anche attraverso false accuse, portano in galera centinaia di persone innocenti. Roma si ribella al sovrano, cosí come le altre città italiane, e scoppia la rivoluzione.
Cosa accadrà a Gabriele, Giuditta e i loro amici?

Descrizione:
L’autrice descrive i personaggi in modo soddisfacente, è facile immaginare la chioma riccioluta e bionda di Gabriele oppure gli occhi ambra di Giuditta che perlustrano Roma dietro la sua macchina fotografica. Per quanto concerne gli ambienti e i paesaggi, tutto è narrato nei minimi dettagli. Il lettore viene trasportato per le vie di Roma e ci cammina dentro attraverso l’immaginazione. Il testo è, inoltre, ricco di curiosità storiche sulla capitale.
Una chicca è la comparsa di D’Annunzio verso il finale, poco realistico ma comunque divertente.
A livello sintattico invece sono presenti alcuni errori di revisione, che, in alcuni tratti, rendono il testo poco scorrevole. Nel complesso è un libro molto interessante, forse mi sarei aspettata maggiore romanticismo e un tocco di passione in più.
Buona lettura!

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