Nel suo testo ” Il Dio Alieno della Bibbia” Mauro Biglino analizza nel dettaglio i versi biblici e riporta, con dovizia di particolari, una traduzione letterale dello scritto, che contrasta fortemente con la traduzione metaforica con cui, invece, nel corso dei secoli e ancora oggi, la Chiesa ha trasmesso la parola divina. Occorre precisare che la Bibbia, ha subito diversi rimaneggiamenti che ne hanno trafugato il reale messaggio. Tuttavia cela ancora diversi misteri che all’occhio dello studioso si sono rivelati alquanto devastanti.
Dunque, cosa ci sta dicendo Biglino?
Una cosa molto semplice.
Egli ci invita a leggere la Bibbia non in senso figurato, bensì in senso letterale. Quello che è scritto è, non bisogna andare a cercare tra le righe dei significati oscuri che con ogni probabilità sono frutto della mente umana, anzi ecclesiastica.
Lui stesso riporta all’interno del libro alcuni versi e li traduce nel loro significato concreto. La cosa che spicca subito all’occhio è la descrizione di Dio, disegnato all’interno del testo biblico, non come un essere etereo privo di un corpo e, nemmeno, come l’Onnipotente creatore del mondo che dispensa amore e premi a coloro che vivono nella virtù. Al contrario, qui, emerge un essere molto concreto, dotato di un corpo (cammina per diversi Km e ha bisogno di mangiare e bere, lo stesso Abramo si preoccupa di preparargli un pasto che lo rifocillasse a dovere e lo invita a riposarsi per riprendersi dalla fatica). Per non parlare poi del suo carattere, quel Dio è un arrogante e un prepotente, che inneggia alla guerra e cerca in ogni modo di sopraffare i suoi rivali.
Quali rivali direte voi? Dio è uno e molteplice, Dio è finito e infinito, è l’alfa e l’omega.
Dio non ha rivali!
Ma nella Genesi casca l’asino!
Perchè Dio parlerebbe al plurale se è l’Uno? Chi lo sa! Forse secoli di platonismo e neoplatonismo hanno contribuito a travisare la situazione.
Comunque, se fosse stato da solo, dice Biglino, non avrebbe avuto motivo di conquistare il suo pezzo del pianeta, anche il più povero per giunta.
Forse era accompagnato da qualcun altro? Altro mistero, si sa soltanto che gli Elohim, questa stirpe a cui apparteneva anche il celebre Yahweh, erano in molti e non uno soltanto e che cacciano l’uomo dell’Eden per paura che, dopo aver preso coscienza di sé stesso, diventi anche immortale ” come noi” c’è scritto letteralmente nella Genesi.
Ma ritorniamo a Dio. Lui non è solo, è accompagnato sempre dai suoi angeli, tra l’altro spietati come lui. Anch’essi, leggendo il testo, sembrano essere fatti di carne e ossa e camminano a piedi diversi km.
Ma gli angeli non hanno le ali?
Biglino si sofferma poi sugli strumenti usati da Dio.
Pare che egli seguisse il popolo ebraico su una nuvola, che emanasse scie di fuoco che ustionavano chiunque si avvicinasse e che tutti dovevano stare a debita distanza.
Si aggirava forse all’interno di un’astronave? Il suo immenso potere era forse dovuto a qualche attrezzo tecnologico particolare?
Tutto è probabile.
Soffermiamoci infine sul suo nome “Colui che è” scusate, ma sembra una presa per i fondelli.
Biglino elabora la teoria secondo cui, il nostro furbetto Yahweh volesse nascondere la sua identità ai suoi nemici, e dunque, non fidandosi della gente che si era scelto, aveva deciso di dare un nome fittizio.
Tutto potrebbe anche essere nel vasto mondo delle possibilità, tuttavia, occorre precisare che ogni teoria ha la pretesa di essere verificata, e purtroppo in questo caso ogni verifica è nulla.
Leggere il testo di Biglino è stata una splendida avventura che mi ha condotto in una spirale di supposizioni che fanno riflettere. Potrei continuare ancora, ci sarebbero molte altre cose da aggiungere, ma dovrei scrivere un libro a parte.
Dunque, vi invito a leggere con  attenzione questo testo affascinante e a trarne le vostre conclusioni.

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