Cari amici, il primo libro di cui mi occupo sulla mia pagina è “La voce della conoscenza”, lettura consigliatami dalla mia cara zia. Testo di cui consiglio vivamente la lettura per lo splendido messaggio che trasmette attraverso le parole di conforto e incoraggiamento dell’autore.

Voto: 4 stelle.

Commento (no spoiler): La voce della conoscenza racconta il cammino verso la consapevolezza dell’autore, Don Miguel Ruiz, brillante dottore messicano che attraverso varie esperienze, positive e negative, passate nel corso della sua vita, comprende che il verso significato dell’esistenza umana è completamente diverso da quello che ha sempre pensato e creduto. Ciò che mi ha colpito è stato prima di tutto il titolo del testo, La voce della conoscenza appunto, che Don Miguel descrive da un point of view completamente diverso dal solito, non più come la conoscenza comunemente intesa, ma come pensiero ingannatore che interagisce costantemente con la ragione umana offuscando la verità dell’esistenza e dell’essere. Il tutto risale a quello che lui chiama il mito di Adamo ed Eva. Secondo Don Miguel l’antico racconto biblico descrive benissimo il modo in cui le menzogne, secondo lui incarnate dal serpente, si sono impossessate dell’uomo, come un demone che governa la sua anima, catapultandolo nell’oblio e celando la luce con ogni mezzo, primo fra tutti, dice Don Miguel, la “parola” il potere più grande che l’essere umano possiede. Ebbene, Don Miguel indica, in queste poche ma interessanti pagine, il cammino da seguire per raggiungere, così come è successo a lui, la consapevolezza e la verità.
Ma qual’è la verità?
Non vi resta che scoprirlo leggendo questo meraviglioso volumetto, inno alla gioia, alla speranza e soprattutto all’amore.
Buona lettura😊


RECENSIONE “Io Sono” del Conte di Saint Germain

Voto: tre stelle

Commento: lettura controversa, a tratti criptica e astrusa, per tutti e per nessuno, io direi, visto il linguaggio di stampo filosofico, per pochi, anche se l’autore, parlando con la voce del Sè, chiama ogni individuo all’appello. Dal titolo potrebbe sembrare un testo filosofico, ma non lo è. Prende però spunto da diverse filosofie; neoplatonismo e panteismo spiccano in modo particolare. Non è neanche un libro di religione, anche Se l’Io Sono, impersonale si erge a Dio. La frase principe del testo infatti è “Calma, io sono Dio”, ma il Dio qui descritto non è il Dio delle religioni rivelate; si tratta invece del pensiero, chiamato “Io sono” appunto, un Sè superiore che fa di ogni cosa mondana e non un suo attributo, dal granello di sabbia all’uomo. Niente si muove senza la sua volontà e l’essere umano non è libero come crede di essere poiché ogni suo pensiero è mosso solo ed esclusivamente dal Sè Impersonale. Saint Germain srotola con fare imperativo le mosse per illuminarsi del Sè e, forse, diventare Dei. Rivela inoltre un enorme segreto.
Ma qual’è questo segreto?
Non vi resta che leggere questo piccolo libricino per scoprirlo! Certo, se non siete abituati a letture impegnative il testo risulterà noioso e a tratti incomprensibile ma basta leggere tra le righe e comprendere il senso che vuole condividere il Conte.
Buona lettura!


Recensione di “Gomorra” di Roberto Saviano

Recensione originale su Storie tra le pagine

Voto: 5 stelle

Commento: Una narrazione che rapisce e conduce il lettore nei meandri più oscuri della malavita campana. Un documento che segna per sempre la letteratura italiana; ecco cos’è Gomorra. Probabilmente ero l’unica a non averlo letto, ma nel 2005, quando è uscito il romanzo, avevo 14 anni e il mio interesse era rivolto ad altri generi letterari. Devo dire che anche adesso il mio approccio era scettico, ma è stato prontamente messo in discussione dallo stile brillante e allo stesso tempo raccapricciante di Saviano.
È inutile dire che questo romanzo mi ha rapito, catapultandomi in un mondo che conoscevo solo per sentito dire attraverso i giornali e la televisione: il regno della camorra; spietato, spregevole, disumano e immenso. Omicidi, affari, potere e sottomissione si ingarbugliano tra le pagine di questo splendido volume che vedono in Saviano l’occhio esterno, la voce narrante di tanta crudeltà. Le vicende personali dei clan camorristici, non so se il termine è esatto, si susseguono intrecciandosi alla narrazione dei loro affari svolti su scala internazionale. La Campania, il loro territorio, la base di tutte le loro malefatte, rappresenta il microcosmo da cui tutto ha origine e si dirama nel grande macrocosmo europeo. Nessuno ha scampo, tutti vengono inghiottiti dalla falange demoniaca con cui la camorra arraffa tutto ciò che gli si para davanti e può fruttargli denaro, privilegi e ricchezza. Anche i giovani vengono aspirati in questo vortice malsano, anzi, sopratutto i giovani. Nessuna salvezza, nessuna redenzione c’è per coloro che s’immergono in quest’acqua sporca e contaminata più della terra dei fuochi; ma forse, alla fine della storia, un unico spiraglio di luce emerge dalle parole di Saviano quando afferma ” Maledetti bastardi, sono ancora vivo!”, l’urlo di chi, dopo essere stato all’inferno, si aggrappa con le unghie e con i denti alle sue pareti per tentare di uscirne, alla ricerca di quella redenzione che appare come un miraggio irraggiungibile. Con questa piccola frase, Saviano chiama a sè tutti coloro che defezionano il sistema, i ribelli di camorra, che, seppur tremanti, si affacciano sul burrone della legalità pronti a calarsi a picco come una piccola scialuppa sgangherata in mezzo all’oceano


Recensione di “Roma in fiamme” di Franco Forte

Voto: 4 stelle

Commento: Roma in fiamme è il racconto avvincente del regno di Nerone dagli esordi fino alla sua fine. Forte racconta minuziosamente la vita imperiale di quel tempo in una forma romanzata che coinvolge il lettore come se si trovasse dinnanzi al maxi schermo di un cinema. Il tutto è costellato da intrighi, tradimenti, amore e passioni. L’ascesa di Nerone, così splendente come Apollo, a cui lui stesso ispira la sua persona lungo tutto il corso del suo principato, si conclude con una fine oscura come l’Ade. Emerge qui una nuova visione di questo grandioso personaggio storico accusato di incendiare la maestosa Roma, in realtà vittima di diverse congiure e tradimenti a causa del suo stile di vita eccentrico e moderno, fuori dal comune e avanti per la sua epoca. Molti sono i personaggi che condizionano la sua vita, da Agrippina, sua madre e Otone e Seneca, quando Lucio Enobarbo ha solo sedici anni, a Poppea, sua moglie e infine, negli ultimi tempi del suo regno, il famigerato Tigellino e il dolce Sporo, che più che condizionarlo lo ama con profonda dedizione.
Un romanzo da non perdere!


Recensione di “Solo Cinque” e “Lo Spettacolo” di Gaia Valeria Patierno

Voto: 4 stelle

https://www.amazon.it/Solo-Cinque-Gaia-Valeria-Patierno/dp/B08F8KT4YYhttps://www.babelezon.com/libro/lo-spettacolo-i/

Buonasera Readers, eccovi la recensione delle mie letture dedicate al giorno di Halloween. Mi sono dedicata ad una brillante autrice inserita nella mia Rubrica Esordienti Gaia Valeria Patierno autrice. Fatemi sapere cosa ne pensate!😊

Commento: Solo Cinque è la storia di una giovane donna marchiata (letteralmente) da un grande destino. La sua vita, apparentemente una vita normale, si divide tra casa e lavoro, un lavoro creativo che le dà tante soddisfazioni. Irene è anche madre di due splendidi bimbi, Alessandro e Mattia, due gemelli pasticcioni e dolci come lo zucchero, due bimbetti vivaci che ti viene voglia di riempire di coccole e baci, e moglie di Mauro un uomo dedito al lavoro, ma anche un narcisista concentrato su stesso. I giorni passano veloci, segnati da poche novità e quando i gemelli iniziano l’asilo Irene ha davvero tanto tempo libero da dedicare alla sua macabra fissazione: guardare le notizie che annunciano la morte dei bambini. Quando resta sola si ritaglia qualche minuto e se scopre che qualche piccola anima innocente ha lasciato questa terra scoppia in un pianto disperato e ci pensa per giorni. Tutto cambia proprio dopo la lettura di una di queste notizie la quale narrava la morte di una bimba gettata nel fiume presumibilmente dalla madre. Questa storia scuote Irene a tal punto da andare al funerale della piccola pur non conoscendola e, dopo la funzione, incontra una strana donna che le dona un sigillo magico e le assegna un un’ardua missione: salvare Cinque bambini dalla morte con un salto indietro al momento dell’omicidio. Per impedire queste tragedie Irene deve diventare più forte nell’anima e nel fisico. Intanto a scuola d’infanzia una macabra presenza traumatizza i bambini facendoli svegliare nel cuore della notte in preda a pianti isterici. Dunque, Irene riuscirà a salvare questi bambini? Chi, invece, tormenta i bambini dell’asilo disturbando le loro notti per insinuarsi nei loro incubi? Non vi resta che scoprirlo leggendo questo thriller noir molto coinvolgente, dalla scrittura brillante e pulita. I personaggi sono ben descritti, così come i luoghi in cui si srotola la storia. Unica pecca, la penna leggermente prolissa in alcuni momenti. Tuttavia consiglio vivamente la lettura di “Solo Cinque” e del suo prosieguo “Lo spettacolo” dove entrano in scena nuovi personaggi e la storia si fa davvero tetra e agghiacciante. Le vite di Irene, Mauro e i loro bambini, ma anche Leone, Ljuba e Arlequin, così come quella di molti bambini e adolescenti sparsi per tutta la città, è infestata dal male puro, dall’ombra nera che si nutre di paura e terrore con l’unico scopo di tornare indietro dal suo antico amore servendosi proprio del sigillo. Il finale a sorpresa vi lascerà senza fiato.
Buona lettura!


RECENSIONE DI “IL MAR DI ROBY” DI ROBERTO TAORMINA

Voto: 4 stelle.

Commento: Roberto Taormina esordisce in ambito letterario con la sua autobiografia, in cui ci racconta la sua vita a partire dall’infanzia sino al presente, in cui Roberto ha circa trent’anni. Pur essendo un giovane uomo, Roberto ha trascorso molte esperienze che hanno forgiato il suo carattere rendendolo la persona forte e positiva che è adesso. Il suo percorso non è stato facile. Appena uscito dal liceo si imbarca in nave ma è costretto a ritirarsi a causa della morte prematura di suo fratello Danilo. Questo evento segna la sua vita, e quella dei suoi famigliari, irrimediabilmente e Roberto decide, dunque, di abbandonare la vita di mare che aveva appena intrapreso e che sognava da sempre. Ci sarà un secondo tentativo d’imbarco più avanti ma non andrà a buon fine; ormai la sua strada era un’altra. Gli anni a seguire sono travolti dall’arrivo della malattia che lo costringerà a diversi ricoveri ospedalieri. Ma lui è forte, riesce a riprendersi e la sua vita ricomincia. Svolge diversi lavori ma il vero cambiamento sovviene con l’incontro di Karl, un ragazzo che dopo un brutto incidente ha perso l’uso delle gambe, ma, nonostante ciò ha una voglia di vivere che influenza positivamente Roberto. Insieme al padre di Karl, Gabriel, Roberto intraprende un progetto lavorativo nell’ambito delle imbarcazioni, la sua passione fin da bambino, che spiccherà il volo negli ultimi anni narrati dal nostro protagonista e lo porterà a viaggiare per il mondo. Nel corso del suo racconto Roberto narra il suo cammino fatto da tanti momenti negativi, ma proprio questo dolore lo ha spinto a migliorarsi, ad avere una forte fiducia in sé stesso e cogliere tutte le opportunità con entusiasmo. Dopotutto, come diceva Hume, è il dolore, non il piacere, che spinge all’azione, e Roberto sembra fare suo questo principio. Nelle sue pagine sprona il lettore a non arrendersi e, con profonda fede in Dio, gli raccomanda forti parole di incoraggiamento. Ho trovato questa lettura molto istruttiva, un’esperienza di vita condivisa che invoglia i più sfortunati a credere che quel piccolo spiraglio di luce intravisto in fondo al tunnel cela in realtà una selva luminosa di speranza. Il futuro è lì, sta ad ognuno di noi agire per afferrarlo con entrambe le mani e farne qualcosa di straordinario, cosí come ha fatto Roberto.
Consiglio a tutti la lettura di questo splendido libro, esempio di umiltà e saggezza, ma anche di amore per sé stessi e per il prossimo.
Buona lettura!😊


RECENSIONE DI “CANNIBALI MODERNI” DI ANTONIO SCOTTO DI CARLO 📖

Voto: 4 stelle

Commento: “Cannibali Moderni” narra del processo del giovane, aspirante attore, Miki (Michele Zenci) ventiquattrenne squattrinato che per un colpo di fortuna incontra il ricchissimo Cristoforo Veronesi di cui diviene prima assistente e poi esecutore testamentario di un patrimonio pari a 13 milioni di euro. Purtroppo il vecchio Cristoforo, noto a tutti come Don Cristò, muore qualche giorno dopo aver nominato Miki amministratore dei suoi beni, incarico che il ragazzo dovrà assumere dopo la sua morte. Questo induce tutti a pensare che Miki abbia premeditato l’omicidio del vecchio Cristoforo, malato di cuore, per incassare l’eredità. Viene indetto il processo e gli avvocati si scontrano in tribunale fino a quando un colpo di scena ribalterà l’intera vicenda.
“Cannibali moderni” è scritto interamente in forma colloquiale e la storia si snocciola mediante i dialoghi che coinvolgono i vari personaggi, sembra, dunque, di trovarsi dinanzi al copione di un film e non un romanzo, poiché manca proprio la figura del narratore. Questa tipologia di scrittura, originale e innovativa, rende molto scorrevole, oltreché piacevole, la lettura e il tempo vola fino all’ultima pagina. Interessanti sono gli intramezzi, inseriti dall’autore dove dispensa pillole di saggezza, non in forma colloquiale ma romanzata, a tratti poetica. Ma qual’è il messaggio di questo brillante racconto? A mio avviso, il vero protagonista è il denaro, dunque nell’epoca del consumismo, l’unica cosa che conta davvero, a discapito di ogni umanità possibile, sono i soldi. Il denaro governa il mondo, gli uomini e le loro gesta, non pone libero arbitrio e fagocita i suoi seguaci col subdolo mezzo dell’homo homini lupus. Allora, alla fine, Miki ha davvero ucciso Don Cristò? Per scoprirlo non vi resta che leggere questo brillante “romanzo” e passare qualche ora in compagnia dei suoi protagonisti.
Buona lettura!😊


Care e cari Readers, per la rubrica esordienti ecco la recensione di “L’Inferno di Malinverno: ovvero diabolici e inutili tentativi di liberarsi di un gatto nero” di Stefano Amadei.

Voto: 3,5 stelle

Commento: “L’Inferno di Malinverno” racconta la simpatica storia del perfido, che alla fine poi tanto perfido non è, diavolo rosso Malinverno e di un gatto nero con gli occhi gialli che, in nome di un moderno Dante, si aggira per l’altro mondo combinando un mare di guai. Malinverno, che aveva salvato il gatto dalla morte, non riesce più a liberarsi di lui ed escogita un piano dopo l’altro per liberarsene senza che nessuno di essi vada a buon fine; il magico gatto Mammone ritornerà sempre nella sua grotta. Ma c’è di più! In nome di un antico patto i due protagonisti sono collegati da una forte telepatia che li renderà inseparabili, fino a quando il gatto non farà qualcosa che salverà la pelle del povero diavolo?
Ma… che cosa?
Per scoprirlo non vi resta che leggere questa storia divertente con due insoliti protagonisti a caccia di guai. La lettura è scorrevole e la brevità del libro lascia una piacevole sensazione di delizia che induce il lettore a fare il bis. A parte qualche refuso (ecco perché 3,5 stelle), che non mette in discussione il significato dell’opera, consiglio vivamente la lettura di questo libro, per passare qualche ora in compagnia dei suoi simpatici protagonisti e distrarsi per un pò dal trambusto del mondo.


RECENSIONE DI “FAILLO IL PITIONICO” DI GIANLUCA FACENTE

Voto: 4 stelle

Commento: “Faillo Il Pitionico” è un romanzo storico ambientato nell’antica Grecia. L’autore narra le gesta di questo grandioso personaggio, vissuto ai tempi della guerra del Peloponneso che vede lo scontro tra Greci e Persiani sul suolo greco. Ciò che emerge in prima istanza è il grande amore che Gianluca Facente nutre per la sua terra, Crotone, l’antica Kroton, descritta con dovizia di particolari e con grande enfasi. L’ardore nutrito per le sue rocce, i suoi sentieri, i suoi boschi e per quel mare, che tutto domina, il mar Ionio, si snocciola piano tra le pagine e incute lo stesso rispetto emanato dal suo protagonista principale, Faillo, il vincitore dei giochi Pitici, alla veneranda età di cinquant’anni. Facente ci racconta il momento in cui Faillo, fratello del rappresentante del consiglio crotoniate, Daippo, deve convincere l’assemblea ad aiutare la madrepatria contro il nemico persiano. Sono giorni di concitata attesa per il premiato atleta che nutre una profonda devozione per la sua terra e le sue origini greche. Per conoscere il responso tanto agognato da Faillo non vi resta che abbandonarvi alla lettura di questo bellissimo volumetto che vi incatenerà alla sua storia fino alla fine. Io ho trovato questo libro molto appassionante, scritto con un linguaggio semplice ma incisivo; non manca il linguaggio tecnico. Un vero gioiellino da avere nella propria libreria personale e riprendere di tanto in tanto per ricordare la vita e il coraggio di un uomo che ha combattuto per la sua terra persino contro il volere degli Dei. Il messaggio finale lascia sgomenti, presagio di un futuro che di lì a poco avrebbe investito l’Italia e il mondo intero: “L’Aquila divorerà la carcassa del Leone”; a voi l’interpretazione.


Recensione di “La canzone di Achille” di Madeline Miller

Voto: 4 stelle

Commento: Una storia emozionante, un amore oltre la vita, al di sopra della morte, disperso tra le pagine della storia e impregnato dalla grandezza di un’epica battaglia. Non ci si può non innamorare di questo romanzo travolgente che ti inchioda alla trama incontrovertibilmente. L’amore tra Patroclo e Achille è così poetico e dolce, etereo e surreale. Lui, Achille, il migliore dei greci, si innamora perdutamente di un esule e lo amerà per tutta la vita sopra ogni cosa, anche contro il volere di sua madre, la terribile dea Teti. Nessuno scalfisce il sentimento che provano l’uno per l’altro, niente può distruggere un amore così puro, nato durante la fanciullezza, quell’amore che porterà il più temibile dei guerrieri greci alla morte. Uccide Ettore per vendetta, ma non ha più senso vivere dopo che il troiano ha ucciso il suo grande amore Patroclo che lo venera come un dio. Commovente ed emozionante, tutto da leggere!


RECENSIONE DI SHERLOCK HOLMES, IL SEGRETO DI REICHENBACH” DI ROBERTO DE MARINIS.

Voto: 4 STELLE

COMMENTO: Una storia ammantata di mistero, incatenata alla sparizione di Sherlock Holmes e di una donna, la famigerata Irene Adler, protagonista indiscussa, insieme al famoso detective inglese, di questo romanzo mozzafiato che inchioda il lettore alla narrazione. Ogni nuovo capitolo è una scoperta che, però, non manca del filo logico tipico dei gialli. La storia è raccontata da Watson, il noto collega di Holmes, che, addolorato per la perdita dell’amico, decide di scoprire le dinamiche della sua morte. Che fine ha fatto il detective più celebre di tutti i tempi? Riuscirà Watson a scandagliare il mistero che ruota intorno a Reichenbach?
Per scoprirlo non vi resta che avventurarvi in queste pagine che snocciolano una nuova visione della storia pur mantenendo un legame anacronistico con l’icona del thriller. L’autore, con il suo stile quasi cinematografico, regala scene intense e contenutistiche, che aprono la mente e l’immaginazione, proprio come al cinema, e nutrono l’animo umano di quell’attesa impaziente che vorrebbe già conoscere il finale.
Dunque, consiglio vivamente la lettura di questo libro.


RECENSIONE DI “LE STRANE CREATURE E I MISTERI IN ITALIA E NEL MONDO” DI ERIKA DI CUONZO

Voto 5 stelle

Commento: Quest’opera è una raccolta delle leggende, conosciute e sconosciute, provenienti da ogni parte del globo. L’autrice, con metodica precisa e perspicace, si è addentrata in questo mondo ignoto e affascinante, dando un carattere di scientificità ai temi trattati e soffermandosi con cura sui diversi argomenti affrontati nel corso della narrazione, fornendo anche prove visive dei misteri proposti. Emerge, così, una sorta di manuale del mistero che fin da subito colpisce e coinvolge il lettore in questa magica lettura. Superfluo sottolineare il magnetismo di questo testo che attrae appassionati e neofiti del genere. La Di Cuonzo analizza miti avvincenti e accattivanti, come quello che riguarda il celeberrimo Cupacabra, oppure, quello millenario inerente all’esistenza delle sirene. L’autrice ci racconta di diverse creature come il mostro di Alvignanello o i Lupunari siciliani per quanto riguarda l’Italia e, per esempio, lo snellygaster per quando concerne le creature nel mondo. Il tutto è ben articolato, sia a livello sintattico, sia a livello visivo, permettendo al lettore di visualizzare, e dunque non solo immaginare, quanto descritto.
Un lavoro redatto con dovizia di particolari e precisione di cui consiglio vivamente la lettura!


Recensione di “Sotto il sole di Icaro” di Antonio de Falco.

Voto: 4 stelle

Commento: “Sotto il sole di Icaro” è un giallo noir più noir che giallo, un noir che si esprime in ogni riga della storia, nera e tetra come la fuliggine, dal sapore soprannaturale, a tratti superstizioso. La trama si snocciola sulle vie del mondo, da Seattle a Roma, da Monzambico alla Thailandia. I personaggi, ognuno con una propria nota distintiva, volano da una parte all’altra del globo guidati da una donna misteriosa che profuma di vaniglia, un profumo che ho trovato alquanto strano per un essere di quel calibro da cui solitamente si respira un odore ben più fetido. Protagonista principale della vicenda è una droga che permette a chi la somministra di manipolare la mente della vittima donando così un tocco fantascientifico alla vicenda.
Tutto è guidato dal mistero, in questa storia folle e filosoficamente descritta. Il serial killer non è il serial killer e la legge non è la legge.
La chiave che muove tutto?
L’amore, l’amore di un marito per la moglie, di un dottore per un’agente americana o quello di un giovane hacker per una fotografa.
Ecco, è l’amore, un amore che sa di vaniglia, a tessere le fila della trama.
A parte qualche refuso e una leggera confusione legata alla sintassi posso soltanto consigliarvi questo bel romanzo dal gusto filosofico e fantascientifico.


Recensione di “Valery Rossa” di Milena Rega.

Voto: 3,5 stelle

Commento: “Valery Rossa” è un giallo ambientato nella zona di Riccione, protagonista è una giovane redattrice, Nicole Fretti, alla sua prima esperienza in un giornale locale che si trova coinvolta in un’indagine riguardante una serie di omicidi capitati in quella zona nell’arco di quattro anni. Le vittime sono tutte donne che hanno la particolare caratteristica di avere i capelli rossi naturali. Non mancano episodi d’azione, proprio come in un classico poliziesco, su uno sfondo romantico sbocciato tra Nicole e il suo affascinante capo Danilo.
La trama sembra ben studiata, direi quasi programmata, tuttavia manca, a mio parere, quel tratto tipico del giallo, ovvero il mistero e la suspense. Le scene, e lo dico a malincuore perchè la scrittura è buona, si susseguono piatte e vengono anticipate dalla voce narrante per bocca della sua protagonista, lasciando poco spazio all’immaginazione. Si capisce fin da subito il potenziale killer, io l’ho capito perché appare come una nota stonata all’interno della struttura dello storytelling, che ripeto, sembra programmata parola per parola. I personaggi sono descritti molto bene, ma non hanno nulla di eccezionale, compaiono e scompaiono come delle comparse, persino Valery Rossa, colei che avrebbe dovuto essere coprotagonista della storia, risulta poco approfondita. I vari temi affrontati come il covid o lgbt vengono a malapena sfiorati dalla penna dell’autrice lasciando l’opera irrisolta. Tuttavia, se volete passare qualche ora di svago lontano dalla routine e se siete amanti del genere consiglio la lettura di questo breve romanzo, dunque, buona lettura!


Recensione di “Biglietto di terza classe” di Silvia Pattarini.

Voto: 4 stelle

Commento: “Biglietto di terza classe” è un piccolo gioiello sepolto tra le montagne di libri editi. Dico subito che è assolutamente da leggere, non solo per la trama, ma anche per il messaggio celato tra le righe.
La prima sensazione che mi ha trasmesso questo libro è stata quella di una profonda libertà, rischiare tutto in nome di una vita migliore, salire su una nave e imbarcarsi verso l’ignoto, dove nulla appare impossibile. Lina, la protagonista, con enorme coraggio e spirito di avventura si imbarca su una nave per l’America, la Merica, come scrive l’autrice, alla ricerca di un futuro tutto nuovo per una ragazza che fin da subito ha scoperto il dolore e la fame. Ha paura, ma affronta i suoi demoni, taglia il cordone ombelicale e si addentra nella selva delle possibilità pur consapevole, che forse, non sarà tutto rose e fiori, come infatti accadrà in seguito.
Questo romanzo ci spiattella il nostro passato in faccia e ce lo sventola innanzi agli con presunzione e quel pizzico di nostalgia che rimanda a tempi lontani, forse mai vissuti.
Ho apprezzato molto la scrittura scorrevole e chiara della Pattarini che mostra con dovizia di particolari le usanze e lo stile di vita tipico del tempo, anche mediante l’ausilio idiomatico.
Dunque, come già detto, consiglio vivamente la lettura di “Biglietto di terza classe” a tutti coloro che desiderano addentrarsi in un’epoca lontana così simile alla nostra.
Buona lettura!


1.Nephilim, guerra in purgatorio.
Dico subito che questo romanzo, primo di una lunga saga, mi è piaciuto molto. L’autore utilizza un linguaggio semplice e armonico che aiuta lo scorrere piacevole della lettura. Ho trovato originale la stesura in prima persona di tutti i personaggi. Ogni capitolo inizia con uno dei personaggi che racconta la vicenda dal proprio punto di vista. Centro nodale del racconto è l’eterna lotta tra il bene e il male, impersonata qui dalle figure soprannaturali dei Celestiali e degli Infernali. Due razze in contrasto tra di loro sin dal principio dei tempi, che governano il mondo mescolandosi tra gli umani. Il vero potere, tuttavia, è nelle mani degli eterni, due personaggi atavici e antichi quanto il tempo, che, per volere del Creatore, detengono la custodia di Infernali e Celestiali, dominando le dinamiche storiche e vitali in cui sono coinvolti. Un giorno, i Celestiali che detengono la giurisdizione di New York, i Father, organizzano una festa in maschera per festeggiare la pop star Emily, dalla voce ammaliante, sorella di Valery, colei che gestisce gli affari della famiglia, succeduta al padre, e di Jonathan, un giovane Celestiale che ripudia la sua natura agognando la vita umana e il libero arbitrio a cui loro, in quanto essere soprannaturali, non possono aspirare. Un gruppo di Infernali scalmanati decide di imbucarsi alla festa. Tra loro c’è Rayn Hill, figlio degli Infernali, diseredato dal padre, che detengono la giurisdizione di Los Angeles. Durante la festa in questione, Jelial, cugino dei Father, riconosce gli Infernali poiché aveva avuto con loro uno scontro in strada, a questo punto scoppia la rissa. Nel frattempo un demone, con la scusa di portare in salvo Jonathan, lo conduce sul tetto del palazzo Father e attenta alla sua vita. I demoni sono stati ingaggiati da Valery come guardie del corpo. Rayn sente le urla del ragazzo e abbandona il trambusto della festa per andare a salvarlo, sa che i suoi amici riusciranno a cavarsela. Dopo una cruenta lotta il demone viene imprigionato da una sfera di luce emanata da Jonathan e Rayn fugge prima che Valery lo scopra. Su quel tetto, tra le fiamme ardenti manipolate da Rayn, il suo potere è quello di dominare il fuoco, e i fasci di luce emanati da Jonathan, il cui potere è quello di guarire le persone, scocca la scintilla dell’amore. I due ragazzi, figli di due antiche famiglie in costante lotta tra di loro, proprio come Romeo e Giulietta in veste soprannaturale, si innamorano l’uno dell’altro. Un amore che li completa unendo, letteralmente, il diavolo e l’acqua santa. Valery indaga sugli infernali che hanno invaso la sua casa e, una volta scoperta la presenza di Rayn lo sfida a duello. L’infernale, che non vuole riaccendere i vecchi conflitti, si tira indietro e, al suo posto, di nascosto da tutti, si presenta il suo migliore amico Morgan. Valery lo uccide e spedisce le sue corna a Rayn credendo che questo lo spaventi e lo spinga a lasciare New York, ma Rayn, al contrario, preda di una rabbia distruttiva la raggiunge nel suo palazzo. Lo scontro è violento, bene e male si sfidano in una lotta senza pari, ma questa volta è il secondo a vincere. Rayn, preda della sua furia folle gli strappa le ali, ma per amore di Jonathan la lascia in vita. A questo punto entrano in gioco gli eterni che decidono di portare Rayn nella loro villa (In purgatorio?), ma l’infernale riesce a fuggire grazie all’aiuto di Jonathan, Emily e del loro amico stregone Alexander. Jonathan aspetta Rayn sul ponte di Brooklin con una pozione che li renderà umani per sfuggire alla caccia degli eterni. Peccato che al suo posto, il tirapiedi di Valery, all’insaputa di tutti, il demone Malfesh, sostituisce la pozione con un siero che avrebbe dovuto avere la capacità di uccidere un Celestiale. Malfesh, comunica a Jonathan che Rayn è morto e lui beve la pozione credendo che sarebbe diventato umano. Quando l’Infernale vede l’amato senza vita, come un Romeo soprannaturale, prende la spada celestiale e si uccide, ma Jonathan si sveglia e, grazie al suo potere, riporta in vita Rayn.
Rayn è vivo, ma le porte dell’Inferno sono ormai aperte e reclamano un’anima, la sua.
Cosa succederà ora?
Per scoprirlo non perdetevi questo primo volume della saga, molto coinvolgente e ricco di suspense, fino all’ultima pagina.


2. Un incubo vermiglio.

Un incubo di sangue tinto di nero, come le ali degli angeli caduti, di quei ribelli che hanno osato rivoltarsi al loro Creatore. Non un romanzo, ma filosofia in versi, narrativa mescolata a soave poesia. È impossibile non cadere vittima del fascino che la scrittura di Rosita Mazzei emana, inchiostro impresso su carta volto alla creazione di un’opera sublime. I suoi personaggi richiamano il gotico in ogni sua sfaccettatura e guidano la trama con agilità di pensiero e riflessioni profonde. Protagonisti principali sono il giovane Igor e il centenario Elia, due vampiri innamorati che si inseguono vicendevolmente tra un decennio e l’altro. Folli d’amore, saturi di sangue e sofferenza, di nostalgia per il mondo umano e repulsione per il mostro indomabile e assetato di sangue che alberga in loro. Igor, in particolare, si affaccia alla sua nuova vita da non-morto con fare malinconico e sfuggente, dilaniato dai sensi di colpa per omicidi che non ha ancora commesso, ma che inevitabilmente sarà costretto a compiere per saziare la sua fame. Dal canto suo Elia, pur amandolo con tutta quell’anima che ormai non possiede più, notando la fragilità del ragazzo, dopo avergli giurato amore eterno, lo abbandona, temendo di alimentare ancor di più la fragilità che risiede in lui portandolo ad una maggiore sofferenza. Un amore sofferto, divorato dalla passione e lacerato dal dolore. Elia rinuncia ad Igor per il suo bene fino a quando la vita del suo amato non è minacciata da un enorme pericolo.
Lilith, la diavolessa più bella e sensuale dell’Inferno, si invaghisce del giovane vampiro e lo rapisce, portandolo nelle viscere mostruose della sua dimora mediante il supporto di Caino, il suo amante. Elia, con l’aiuto di Asmodeo, demone portatore di morte, penetra nell’abisso di fuoco, il regno dominato dall’angelo che un tempo era la creazione perfetta di Dio, Lucifero, e, per salvare Igor, dovrà affrontare le medesime prove affrontate da Orfeo per salvare la sua Persefone, rapita dal dio Ade. Entra in gioco, pertanto, una nuova componente, la cultura greca, il grembo del sapere, che ha partorito le menti più sagge alle origini della storia. Emerge qui la formazione filosofica della scrittrice unita ad una passione per l’ottocento gotico, in particolare, quest’ultima si può notare negli arredi, nell’arte e nelle strutture descritte all’interno dell’opera. È incredibile come l’amore, anche in essere malvagi, controlli non solo il cuore, ma anche le menti dei personaggi, mentre il dolore li spinge all’azione, come diceva un noto filosofo. Centrale è la figura di Lilith, antipatica e prepotente, egoista e infantile, ma anche colei che ha avuto il coraggio di ribellarsi a Dio e fuggire dall’Eden, preferendo le perenni fiamme dell’Inferno allo schiavismo e alla sottomissione. Una donna moderna, simbolo di emancipazione, con tutte le caratteristiche femminili che incarnano le ragazze della nostra epoca. Puro e candido è, invece, l’amore tra Igor ed Elia, che si amano a discapito della vita.
Fattore cruciale di tutto e la completa e totale assenza di Dio, quel creatore, artefice del mondo e del male che vive in esso. Di fronte alla strage di poveri innocenti osserva senza muovere un dito, lasciando che gli eventi scorrano estranei sotto il sguardo onnipotente.
Allora, riuscirà Elia a salvare Igor dalle grinfie di Lilith?
Non resta che scoprirlo leggendo questo meraviglioso romanzo dalle sfumature rosse e nere, che rilasciano nelle pieghe dell’aria un rumore bianco sporco, come le ali candide e millenarie di Lucifero, così bello e dannato fino al midollo.


Recensione

Voto 4 stelle

“Il tumulo degli orrori” è una raccolta di racconti a tema horror. Ogni storia, slegata dall’altra disegna sfondi macabri e protagonisti inquietanti volti a turbare la quiete del lettore. Le scene, di stampo gotico e grottesco si allacciato ai miti più disparati, come quello di spiriti ululanti, oppure di cadaverici succhiasangue. Ognuno di essi cela un messaggio profondo, come “Un’ordinaria giornata di plastica” il cui messaggio finale lascia poco all’immaginazione. Un messaggio tanto attuale quanto, letteralmente, divorante, in un mondo consumistico in cui il carnefice muta in vittima, inconsapevolmente e terribilmente manipolato dal suo stesso egocentrismo folle. Un altro racconto che mi ha colpito è stato “Il ladro del silenzio” dove il suo protagonista sembra essere inghiottito dal mostro interiore che lo abita rivelando il suo oscuro riflesso, il lato malefico che alberga dentro ognuno di noi e si espande all’interno di un contesto sociale ormai in declino, abbandonato a sé stesso dal sè stesso.

Mi sono piaciuti molto le descrizioni degli ambienti, così vivi e nitidi, che sembrava di camminarci dentro, come pure le sensazioni dei vari personaggi, reali e conturbanti.

Dunque, consiglio questa raccolta di storie, dallo sfondo lugubre e pittoresco.

Buona lettura!

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